giovedì 26 settembre 2013

Canzone del mese:


September - Daughtry.

Questa canzone mi ha accompagnata nel mio tiepido, amabile, incantato e un po' disilluso settembre.
E sì, sono ancora viva.

venerdì 16 agosto 2013

Canzone del mese:


Numb - Linkin Park

Dream baby dream.

E' l'estate dei tuffi dalle scogliere, quelle alte che quando guardi giù ti manca il respiro; dei baci dietro le cabine e sul bagnasciuga, delle carezze tra le scapole e nell'incavo delle ginocchia, dei morsi sulla bocca e sui polpastrelli. E' l'estate delle camminate notturne, dei desideri sussurrati a mezza voce la notte di S. Lorenzo, delle poesie scritte sul treno, delle stelle d'agosto, luminose più che mai. L'estate dei bagni a mezzanotte, delle sigarette fumate di nascosto all'ombra calda degli alberi, delle pizze ordinate a casa, delle bottiglie di birra, dei locali sulla spiaggia (a cui noi, certo, andiamo solo per allontanarci dalla gente e sdraiarci sul molo di pietra e ascoltare questa musica che piace tanto alla nostra generazione solo da lontano). E' l'estate delle canzoni d'amore che ti spezzano il cuore, degli occhi lucidi pieni di gioia, delle gambe che tremano sotto il tocco di una persona speciale; dei film guardati da sola sul letto, dei libri divorati, del rock n' roll nelle vene, dei giri sconclusionati in bicicletta per i campi gialli di sole. E' l'estate del corpo che cresce - dio, se cresce - e si ammorbidisce, dei capelli bagnati sulla fronte, delle passeggiate mano nella mano, dei tramonti rossi e arancio sulle pianure desertiche di Malta, delle feste sulla spiaggia, dei giri in barca, delle parole che danno i brividi e ti muoiono sulle labbra. Delle sciocchezze e delle risate che ti fanno venire le lacrime agli occhi, dei giorni in cui riesci a volerti un po' bene, dei brindisi alla vita, del male ai piedi per il tanto girare, fino alle due del mattino, del poco dormire, delle occhiaie felici, delle mani che ti tremano per la voglia di scrivere, e allora scrivo, scrivo, ancora, per tutta la notte, scrivo con una calligrafia verde e frettolosa che non riconosco, che mi scivola fuori da tutte le parti, dalle dita e dalla bocca e dagli occhi; scrivo e piango insieme, che stupida, mormoro piano le mie memorie nella penombra della stanza, mormoro e scrivo, riempio fogli interi e non mi stanco, scrivo senza pensare, di tutto, qualsiasi cosa, dimentico le virgole, chissenefrega, l'importante è scrivere, scrivere, dio, quanto ne avevo bisogno. Alla fine mi fa male la mano, non importa, è quel certo dolore che fa bene all'anima, e allora va bene, me lo concedo.

mercoledì 14 agosto 2013

"Se è davvero così, se ti senti tra parentesi, permettimi allora di infilarmici dentro, e che tutto il mondo ne rimanga fuori, che sia solo l'esponente al di fuori della parentesi e ci moltiplichi al suo interno."
(Che tu sia per me il coltello, David Grossman)

giovedì 27 giugno 2013

Radici di ginseng che in realtà erano fanciulle; occorreva legarle con lo spago rosso, altrimenti fuggivano via.

Ci sarebbero così tante cose da dire che non saprei nemmeno da dove cominciare; ecco, questa è la fregatura. L'inizio, dico; mi mette in crisi, lo rimando sempre.
Proviamo: è finita la scuola da un paio di settimane e finalmente ho recuperato tutte quelle ore di sonno andate a puttane per via dello studio e degli allenamenti. Ho avuto la media dell'8,38: alla grande, sono soddisfattissima; grazie alla mia media (la seconda più alta della classe), probabilmente riuscirò ad essere una di quelle 30 persone di terza liceo della mia scuola che riusciranno a partecipare allo scambio di merito (non so ancora se a New York, in Messico o in Argentina). Non potrei essere più contenta! E invece sì... 
Quest'anno è stato, in assoluto, il più tosto, ed esservi sopravvissuta ha qualcosa di miracoloso (soprattutto dopo essere riuscita a mantenere i miei propositi della media dell'8). Ora non voglio più sentir parlare né di scuola, né di compiti (scopiazzerò a settembre con le ragazze, e riusciremo a cavarcela, come tutti gli anni).
La mia estate è arrivata; così sospirata, così bramata, sognata ad occhi aperti durante le ore di lezione di maggio, è arrivata, pronta per me.
Ho molti progetti. Fin dall'inizio delle vacanze mi son sentita riempita di un'energia meravigliosa; una voglia di fare che finalmente può trovare i suoi sbocchi ed essere realizzata. Non voglio star ferma un momento; già queste prime settimane le ho passate in giro per Milano e, una, al solito mare.
Cerco su internet eventi gratuiti, mostre, concerti, mercatini, locali, contatto qualche amico e ci buttiamo! Ultimamente son stata in giro per gallerie d'arte, a far la turista (sola e sfigata, coi piedi distrutti, ma tanto felice) in questa Milano che credevo di conoscere ma non avevo mai neanche guardato per bene e con calma. Altro che soliti posti! Son andata a cercarmi gli angolini più caratteristici della città, che secondo me sono i più curiosi. Su e giù dalla metro, foglietto con scritti in maniera frettolosa indirizzi, nomi, orari e date alla mano, ho fatto l'avventuriera solitaria e mi sono addentrata nelle zone meno conosciute e frequentate di Milano. 
Una sera ho trascinato qualche amico a sentire un concerto di una band (fallita) che suonava canzoni dei Queen; a parte il fatto che i tizi non erano un granché, è stata una serata piacevole: ai canali, ci siamo intrufolati in un locale deserto a ingozzarci di hamburger, patatine e birra alle dieci e mezza di sera. Abbiamo brindato a noi stessi, alla nostra estate di libertà e alla nostra serata.
Un'altra sera siamo usciti con tutta la classe, e abbiamo passeggiato nel vialone dei locali più in e pieni di ragazzi della città; abbiamo incontrato il mondo, osservato gente ubriaca e guardato il cielo nero. Era bellissimo poter stare finalmente coi vestiti leggeri!
Un'altra sera, ancora, son andata con altri amici al cinema, a vedere Il grande Gatsby; insomma, una serie di serate tranquille ma molto, molto divertenti, con tante risate e passate in compagnia hanno costellato le mie prime 3 settimane di libertà! In questi momenti mi sento, finalmente, in equilibrio col mondo, soprattutto la notte, io, sola in mezzo alla gente - così vicini, ma anche talmente lontani...! -; insomma, ci sono e non ci sono; mi confondo e nessuno mi nota, però esisto. Queste condizioni d'essere così effimere da farti dubitare della tua stessa esistenza. Qualcuno mi vede? Ci sono davvero? Sembra di no, eppure sì! Come diceva Descartes: je pense, donc je suis.
Ho letto, ho scritto storie, ho pensato, ho scritto pensieri, ho pensato storie, ho guardato film, ho camminato tantissimo, sono stata una settimana al mare, il barista (il personaggio più inquietante della spiaggia) mi fissava, ho preso il sole, ho giocato a pallavolo sulla spiaggia, ho conosciuto un ragazzo carinissimo a cui sono piaciuta acqua e sapone e con le occhiaie (!) e con le mie gambe da fenicottero, mi ha baciata sul molo il giorno del mio compleanno, siamo usciti, mi ha offerto un gelato, mi ha fatto l'occhiolino, mi scrive messaggi coi cuori, ci lanciamo frecciatine, mi fa tremare le ginocchia, ci vediamo domenica. Ho avuto un'altra irritazione all'occhio ma non importa, non posso mettere le lenti a contatto per un po', sabato vado al concerto dei Bon Jovi, ho quasi finito i racconti di Kafka, sto leggendo "Cigni Selvatici", sono uscita con M. per comprare il regalo a L., sono uscita con L. e la compagnia per il suo compleanno, abbiamo mangiato fuori, siamo stati al parco, mi son vestita di arancione, mi sono abbronzata, mi sono andati via i brufoli, ho visto G., ci siamo abbracciate, mi era mancata, le voglio bene, ti voglio bene; sì, anche a te, te che stai leggendo. 
Mi sento... non lo so, ma mi sento. E già questo è tanto, no? Sono felice, ecco. C'è bisogno di aggiungere altro?